Debiti Equitalia del defunto. Bisogna onorarli?

Con la morte di una persona e la conseguente successione, l’erede subentra in tutti rapporti del defunto, attivi e passivi. In altre parole ne acquisisce i bene ma dovrà pagarne i debiti. E non è fatta eccezione per i debiti derivanti dai rapporti con Equitalia.
Ebbene, cosa fare in questi casi?
In una condizione simile, la cosa migliore da fare è quella di valutare attentamente la situazione e cercare di mettere sulla bilancia benefici e rischi: se il gioco vale la candela vi conviene accettare l’eredità e onorare i debiti che ne sono derivati.

A tal proposito la legge prevede che tutti gli eredi rispondono in solido dei debiti del defunto. Ciò significa che l’agenzia delle entrate potrà pretendere il pagamento del totale del debito anche da uno solo degli eredi, il quale successivamente potrà rifarsi sul patrimonio degli altri.
In ogni caso dovrà essere pagato soltanto il debito originario, in quanto le sanzioni, e quindi le eventuali more derivanti dal ritardo decorso, non entreranno nell’eredità. Per far questo però serve redigere un’istanza di autotutela affinché avvenga lo scorporo degli oneri riguardanti i debiti Equitalia.
Ciò deve avvenire nei tempi di 30 giorni dalla morte per quanto riguarda le multe stradali; nei tempi di 60 giorni per ciò che concerne le imposte, ed entro 40 giorni per i contributi previdenziali.
Nel caso in cui equitalia non risponda bisognerà rivolgersi ad un giudice in modo da bloccare i tempi e quindi l’onerosità della mora.
Esistono dei casi, peraltro, in cui i debiti Equitalia non devono essere pagati.
La cartella esattoriale, infatti, per essere valida deve essere notificata al domicilio del defunto e agli eredi entro un anno dalla morte.
Qualsiasi altra modalità di notifica è nulla, per cui in questo caso sarà possibile impugnarla e farla annullare.
Inoltre nel caso in cui gli eredi abbiano notificato la morte del defunto all’agenzia delle entrate, la cartella dovrà essere a sua volta recapitata presso il domicilio degli eredi stessi.

Come non pagare i debiti Equitalia derivanti da un’eredità

Se si può affermare che quando si riceve un’eredità si succede in tutto e per tutto alla persona defunta, si può anche ammettere che a volte le passività sono troppe, e far parte di una successione in qualità di erede potrebbe rivelarsi tutto fuorché conveniente.
Ma esiste un modo per non pagare i debiti equitalia per gli eredi?

Esistono in effetti due soluzioni per sottrarsi al pagamento, che comportano conseguenze diverse.
L’erede infatti può rinunciare all’eredità oppure accettare con beneficio d’inventario.
Vediamo di seguito cosa significa tutto ciò e come muoversi per risolvere il problema.

Rinunciare all’eredità per non pagare i debiti Equitalia.

Se l’eredità ricevuta è colma di debiti Equitalia e sarebbe dannoso accettarla, in quanto mettereste a rischio il vostro patrimonio, la prima opzione da valutare è quella della rinuncia all’eredità.
Questa deve avvenire in forma scritta, alla presenza di un notaio o del cancelliere del tribunale in cui è stata aperta la successione e non ammette condizioni. Ciò significa che effettuando tale dichiarazione unilaterale si rinuncerà alla successione in toto e non sarà possibile decidere di prendere qualcosa e lasciarne altre.
Per valutare se rinunciare o meno all’eredità non bisogna lasciar passare troppo tempo. Infatti non sarà più possibile farlo nel caso in cui siano passati più di tre mesi dall’apertura della successione.
Di contro, però, è un atto revocabile, a patto che non siano trascorsi dieci anni per la prescrizione della facoltà di accettazione, e che nel frattempo qualche altro chiamato all’eredità non abbia accettato al posto vostro.
Dunque, prima di decidere di fare un passo del genere, il consiglio è quello di valutare con attenzione se i debiti Equitalia superino davvero i benefici dell’eredità ricevuta.

Accettazione con beneficio d’inventario per non pagare i debiti Equitalia del defunto.

La soluzione della rinuncia all’eredità non è l’unica via percorribile.
Esiste infatti la possibilità di effettuare un’accettazione con beneficio d’inventario.
Nel caso di accettazione pura e semplice, nello specifico, avviene la confusione tra il patrimonio del defunto e quella dell’erede, per cui si risponderà di tutti i debiti, compresi quelli con Equitalia, anche con il proprio patrimonio.
Accettando l’eredità con beneficio d’inventario, invece, terrete separati il patrimonio e i beni del defunto dai vostri, e risponderete delle passività derivanti dalla successione solo ed esclusivamente con i proventi acquisiti per effetto di quest’ultima.
L’accettazione con beneficio d’inventario, peraltro, deve avvenire entro tre mesi dall’apertura della successione o dalla notizia dell’evoluzione dell’eredità nel caso in cui l’erede sia già in possesso dei beni ereditari; nel caso in cui invece l’erede non sia in possesso di suddetti beni, la dichiarazione potrà avvenire entro il termine per la facoltà di accettazione, ossia dieci anni.
Inoltre bisognerà anche in questo caso procedere in presenza di un notaio o del giudice del tribunale in cui è stata aperta la successione.

Tale soluzione differisce dalla rinuncia in quanto non sarà possibile riuscire ad evitare il pagamento dei debiti Equitalia del defunto, ma otterrete il vantaggio di pagarli solo in parte, e più precisamente solo con i beni derivanti dall’eredità stessa.
Una valutazione del genere deve essere fatta attentamente ed eventualmente contattando esperti che potranno guidarvi nella scelta, per evitare magari di doversi pentire di aver rinunciato all’eredità quando potrebbe essere ormai tardi per revocare la rinuncia, o peggio doversi pentire di aver accettato e trovarsi nella condizione di pagare debiti mai avuti o che peggioreranno la vostra situazione debitoria.