Da quando l’uomo ha iniziato produrre a livello industriale varie categorie di prodotti sono passati ormai diversi decenni e con il tempo è iniziata a maturare, nelle persone, una certa consapevolezza riguardo l’impatto di questi sistemi produttivi sul nostro ecosistema. Si è così diffusa e radicata, nei nostri comportamenti, l’abitudine del riciclo. Abbiamo cominciato a differenziare i nostri rifiuti secondo criteri organizzati, siamo in grado di riutilizzare i materiali di scarto e rielaborarli, per donare loro nuova. Affinché il riciclo di questi materiali avvenga nel modo più corretto possibile è necessario suddividere gli scarti, in base alla loro tipologia, già alla fonte (ossia nel momento in cui buttiamo la spazzatura). Tuttavia, su questo punto permane ancora parecchia confusione e molti non sanno ancora bene quale sia il cassonetto adatto e come disfarsi in modo corretto di alcuni materiali.
In questo articolo scopriamo insieme proprietà ed usi di uno dei materiali più diffusi per la realizzazione degli imballaggi, il polistirolo, e come deve essere riciclato correttamente.
Cos’è il polistirolo e campi d’impiego
Il polistirolo, detto anche polistirene, è un polimero termoplastico, che viene ricavato dallo stirene. Si presenta con una colorazione tipicamente bianca e non è tossico per l’uomo. Si tratta di un materiale morbido e abbastanza elastico, proprietà che gli consentono di assorbire in maniera eccellente gli urti e le collisioni. Il polistirolo è anche un ottimo materiale fonoassorbente e isolante termico, capace di attutire i suoni o mantenere stabile la temperatura dei materiali imballati. Viene spesso impiegato per la produzione di pannelli insonorizzanti, ma soprattutto trova largo uso nell’industria alimentare. Pensiamo ad esempio ai contenitori per le uova: proprio in virtù della sua capacità di attutire gli urti in maniera efficiente, si rivela essere il materiale ideale per proteggere gli alimenti più delicati. Il polistirene viene anche utilizzato per la realizzazione di contenitori isotermici o vassoi e recipienti in cui conservare carne, insaccati, pesce ed in generale alimenti freschi.
Il polistirolo è uno dei materiali più largamente diffusi nella produzione di diverse tipologie di prodotti e di imballaggi. Per esempio, nella forma di polistirene espanso (chiamato anche eps) viene impiegato nella produzione di angolari, lastre e pannelli, che sono solo alcuni degli imballi che l’industria del polistirolo produce per i più svariati settori, dall’alimentare, alla logistica all’edilizia. Online possiamo trovare una miriade di prodotti diversi, come quelli riportati sul sito poliplast.it dove abbiamo trovato una selezione di diversi imballaggi in polistirene e polistirolo espanso. Sono tantissimi gli oggetti che mai avremmo pensato fossero realizzati in polistirolo e che avremmo finito per smaltire nel modo sbagliato. L’esempio più semplice riguarda le posate usa e getta, spesso realizzate con questo polimero. Per essere certi che le posate che state utilizzando siano prodotte in polistirolo, leggete con attenzione la confezione prima di gettarle.
Riconoscere il polistirolo
Il primo passo per uno smaltimento corretto è necessariamente quello di riconoscere questo materiale. Come abbiamo detto in precedenza, alcune posate così come anche i contenitori per la carne o altri alimenti freschi, sono generalmente realizzati in polistirolo. Per sapere con certezza quale sia il materiale usato per l’imballaggio che dobbiamo smaltire, possiamo fidarci unicamente alle indicazioni riportate sulla confezione. A cosa dobbiamo prestare attenzione? Sull’etichetta di ogni prodotto, realizzato in materiale plastico, è riportato un simbolo: un triangolo il cui perimetro è formato da 3 freccette. Al centro troviamo un numero, sarà proprio quel numero a farci capire il tipo di composto utilizzato. In particolare il numero 6 indica che l’imballaggio è stato realizzato in polistirene e che dovrà essere smaltito come tale, secondo le istruzioni per la raccolta differenziata in vigore nella vostra zona.
Come riciclare il polistirolo
Il polistirolo è un materiale che deve essere riciclato per donargli una seconda vita e ridurre il suo impatto sull’ambiente, compiendo così un’azione importante per noi e per il nostro pianeta. Anzitutto, il polistirene può trovare infinite applicazioni soprattutto nel “fai da te”; prima di gettarlo, valutate di riutilizzarlo all’interno della vostra casa per qualche piccolo lavoretto o per realizzare oggetti sfiziosi o curiosi. Se i lavori “fai da te” o di bricolage non fanno per voi, non vi resta che informarvi su come smaltirlo nel modo corretto. Generalmente la raccolta differenziata del polistirolo viene conferita insieme a quella della plastica o di altri materiali, come l’alluminio, all’interno dei cassonetti della plastica, talvolta etichettati anche come “multimateriale”.
Vi invitiamo a porre comunque una certa attenzione alle regole in vigore nella vostra zona. Infatti a seconda del comune di residenza potrebbe esserci una distinzione nello smaltimento delle due diverse tipologie di polistirolo: quello normale e l’espanso. Il primo viene solitamente impiegato nei contenitori alimentari o nelle posate monouso, il secondo viene utilizzato soprattutto nel settore dell’edilizia, per la realizzazione degli dei pannelli isolanti e fonoassorbenti, e nel campo degli imballaggi. Il polistirolo espanso dovrà essere conferito nei rifiuti indifferenziati, mentre quello utilizzato per gli alimenti va smaltito nella raccolta della plastica, previa pulizia di eventuali residui di cibo.
Prima di concludere questa guida su come disfarsi del polistirolo nel modo corretto ci teniamo a sottolineare che tutte le posate usa e getta prodotte con questo materiale vanno lavate adeguatamente rimuovendo tutti i residui e solo dopo sarà possibile gettarle nell’apposito cassonetto.