Se ripensiamo allo smart working nei mesi di lockdown probabilmente ci torneranno in mente diversi episodi di difficoltà “pratiche”: la connessione che cade, la difficoltà nell’organizzare gli spazi domestici, la condivisione di uno stesso PC per tutta la famiglia…

Tutti noi che abbiamo lavorato da casa in questi mesi abbiamo sperimentato i vantaggi, ma anche le oggettive difficoltà dello smart working.

Forse proprio gli strumenti inadatti o poco efficienti hanno reso insoddisfacente la nostra esperienza di lavoratori da remoto, facendoci talvolta rimpiangere la vecchia vita d’ufficio.

Eppure quella del lavoro agile (la corretta traduzione di smart working) è un cambiamento che sta prendendo sempre più piede nel mondo del lavoro e che forse rivoluzionerà per sempre il nostro modo di lavorare.

Non solo: si tratta di una straordinaria opportunità che dobbiamo essere capaci di cogliere senza lasciarci rovinare le giornate da una scrivania mal organizzata o da un PC lento e obsoleto.

Scoprite come organizzare una postazione per lo smart working in ogni dettaglio e far sì che il vostro lavoro diventi più efficace, piacevole e… agile.

Come si lavora in smart working: l’importanza dello spazio

Ve ne sarete accorti: non basta decidere di lavorare da casa per avere una postazione pronta.

Così com’è evidente che uno spazio di lavoro ben organizzato è fondamentale per una soddisfacente produttività.

Benché, come sappiamo, il lavoro agile si caratterizzi per la propria flessibilità e libertà organizzativa, è anche vero che ogni smart worker passa alla scrivania diverse ore della propria giornata.

Lo spazio fisico, dunque, è importante. Tra i tanti particolari da curare, ne segnaliamo 3:

  • Piano di lavoro, abbastanza ampio da essere funzionale e non troppo grande perché si possa tenere ordinato più facilmente;
  • Seduta, possibilmente ergonomica, capace di sostenere la schiena e, perché no, coadiuvata da un poggiapiedi, utilissimo per prevenire i tipici crampi da posizione prolungata;
  • Luce, meglio se naturale ma, laddove non possibile (anche perché magari si preferisce lavorare di sera), deve essere calibrata e ben posizionata per non affaticare gli occhi.

Computer, stampanti, webcam: cosa serve per lo Smart working

 Una volta organizzato il proprio spazio di lavoro è necessario scegliere gli strumenti più adatti.

Dal portatile più giusto alle complesse tematiche legate alla sicurezza nella trasmissione dei dati, è dettagliata la lista degli strumenti per lo smart working e delle attenzioni che occorre avere nell’organizzare una buona postazione, ma può essere concordata con la propria azienda.

Le imprese più orientate al lavoro agile, infatti, aiuteranno i propri dipendenti che operano a distanza mettendo a disposizione strumenti di qualità, spesso acquistati da un unico fornitore, per aumentare la produttività riducendo i costi.

Saranno le stesse aziende che, avendo a cuore la soddisfazione (e l’efficienza) della propria forza lavoro, doteranno ogni home office non solo di hardware funzionanti, ma anche di app e software efficienti e protetti per ogni esigenza.

Non più telelavoro: la rivoluzione smart working

L’avvento dello smart working deve aiutare aziende e lavoratori a ripensare il loro concetto di “lavoro a distanza”. Non più fatto di orari stabiliti e verifiche sistematiche del lavoro svolto, ma organizzato per raggiungimento di obiettivi. Ogni traguardo può essere conquistato nei tempi e nei modi preferiti, a discrezione del lavoratore che diventa così del tutto indipendente e autodeterminante.

Il lavoro agile, come sostiene Barbara Imperatori in un intervento sul Sole24Ore, “richiede un profondo ripensamento dell’organizzazione dei tempi, spazi e modi di lavoro e delle basi su cui si fonda la relazione tra lavoratore e impresa”.

 Il ripensamento del modo di lavorare, dunque, dovrà necessariamente passare anche da un accurato perfezionamento della propria postazione, per evitare che un’esperienza nata per esaltare le professionalità e le libertà delle persone possa diventare frustrante.