Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera rivoluzione nell’ambito della sicurezza e del controllo della privacy. L’utilizzo di strumenti biometrici, adottati oramai anche da applicazioni d’uso comune, si sta diffondendo a macchia d’olio. Esistono sistemi che sfruttano le impronte digitali, la scansione dell’iride o il riconoscimento facciale, come si può apprendere da questo articolo di approfondimento (https://valeprog.it/blog/riconoscimento-facciale-in-azienda/).

È molto interessante notare come il controllo degli accessi tramite il riconoscimento biometrico nelle aree fisiche sia stato – nel periodo più acuto dell’emergenza sanitaria causata da COVID-19 –adattato a delle necessità nuove e mai pensate in termini di sicurezza e di protezione personale e sociale. Tutto, ovviamente, imposto dalla lotta al nuovo coronavirus. Il processo di assestamento è ovviamente stato adottato anche nelle fasi seguenti fino ad arrivare al punto che ogni sistema biometrico, oggi, è senza contatti.

Sistemi biometrici a “contatto zero”

Cosa si intende con il termine “sistemi biometrici a contatto zero”? La pandemia da COVID ha imposto cambiamenti e nuove regole che hanno consentito il calo dei contagi e la protezione degli individui più fragili. Tra i cambiamenti più significativi, vi è stato anche quello di eludere il tocco ravvicinato, con le mani o con altre parti del corpo, di oggetti, superfici, e quant’altro. Questi possono infatti fungere da veicolo di trasporto del vettore vitale; queste regole sono essenziali specialmente in posti che prevedono un cospicuo flusso di persone in ingresso ed in uscita, come i grandi edifici sede di uffici e di aziende, le fabbriche ed i siti industriali, le banche e le assicurazioni, ma anche e soprattutto le zone speciali di ospedali, di ferrovie, di aeroporti.

Tra gli oggetti che sono stati inclusi in questi divieti, rientrano anche i tesserini (comunemente detti badge) magnetici a strisciamento che regolano le applicazioni di controllo di presenza tradizionale dei dipendenti e dei collaboratori in un’azienda. Non solo i badge, ma anche i transponder per lettori RFId, le maniglie e le porte stesse, i lettori delle impronte digitali, i lettori geometrici delle mani. In poche parole, il controllo dell’accesso più sicuro e che è a norma con le disposizioni contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno, è un controllo di tipo biometrico a contatto zero. Quindi, un sistema che privilegia i dati che si possono essere elaborati senza alcun contatto tra il soggetto e l’oggetto che scansiona.

Quali sono i sistemi d’accesso biometrico senza contatto

Un dato biometrico riguarda alcune caratteristiche fisiche delle persone, uniche ed inequivocabili: sono tratti distintivi contraddistinguono ognuno di noi. Di che tipo sono? Esistono i classici delle impronte digitali, del colore e della dimensione dell’iride, delle proprietà della retina, delle linee e delle pieghe dei palmi delle mani, dell’intonazione della voce, del volto – adottato in alcune scuole russe, non senza controversie. Durante l’azione di un sistema di controllo fondato sulla biometria, il soggetto è riconosciuto tramite lettori biometrici i quali estraggono informazioni come la forma del viso e la sua tridimensionalità.

Quali sono i dati biometrici a contatto zero? Senza nessun tipo di contatto possono agire i lettori della conformazione della retina, del colore e la dimensione dell’iride, del timbro della voce e dell’aspetto della faccia.

Questi sistemi non sono infallibili e senza difetti: i lettori della retina, essendo quest’ultima formata da cellule neurali con fitte reti capillari uniche, sono impossibili da duplicare e possiedono un grado di infallibilità elevatissimo, pari agli scanner per l’iride. Entrambe le tipologie di sistemi, però, si basano su procedimenti di identificazione complicati che pretendono che il soggetto cooperi molto con l’apparecchio.

I lettori della voce sono tecnologicamente datati ma abbastanza efficaci; purtroppo, soffrono di alcune vulnerabilità: possono essere falsificati (e quindi elusi) molto facilmente ed in secondo luogo è sufficiente un raffreddore o la voce bassa per invalidare l’accesso alle aree fisiche. Uno dei sistemi più efficaci resta, quindi, il riconoscimento facciale.