Le origini della chitarra elettrica

Con la nascita di orchestre blues e jazz ci si trovò di fronte al problema della scarsa amplificazione delle chitarre acustiche. Erano necessarie chitarre con caratteristiche simili a quella acustica ma con un suono tale da non essere sovrastato dal volume degli altri strumenti.

Nonostante i primi esperimenti furono ad opera di Lloyd Loar, progettista della Gibson, furono le intuizioni di Adolph Rickenbacker a far nascere il concetto di chitarra elettrica. Nel 1935 venne prodotto il primo modello di chitarra semiacustica con cassa di risonanza da parte della Gibson che riscosse un grande successo.

Evoluzione nel corso degli anni

Furono molti a provare a produrre chitarre elettriche, limitandosi per lo più ad amplificare il suono degli strumenti acustici, che a causa di effetti di risonanza non davano suoni gradevoli e definiti.

Solo nel 1948 si ebbe una svolta definitiva grazie a Leo Fender che creò una chitarra con il corpo in legno massiccio con attaccate le parti elettriche ed un manico molto simile a quello conosciuto oggi.

Nel corso degli anni Gibson e Fender hanno prodotto diversi modelli dalle caratteristiche ottime, ma la base da cui sono partite è molto simile da quel primo modello, aggiungendo e miglirandone la qualità del suono.

Quali sono le qualità delle chitarre elettriche?

La qualità delle chitarre elettriche differisce molto dal fatto che essa sia prodotta in serie o fabbricata a mano. La scelta dei materiali influisce molto sull’effetto finale dei suoni: l’utilizzo di legni pregiati e privi di nodi faranno aumentare la qualità della chitarra elettrica.

Anche il bilanciamento e l’utilizzo di componenti elettriche di pregio fanno si che la chitarra elettrica sia qualitativamente superiore e quindi più performante.

 

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