Lo stato di necessità è una causa di giustificazione prevista dal codice penale, il quale all’art. 54 specifica che “non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”.

La giurisprudenza ha più volte riconosciuto l’applicazione dello stato di necessità anche in materia di violazioni del codice della strada.

In quali casi è possibile contestare la multa per stato di necessità

L’applicazione di questa causa di giustificazione richiede un’attenta valutazione da parte del giudice, pertanto la sua applicazione non è così comune.

Questo perché per il riconoscimento di tale causa di giustificazione il ricorrente deve provare che la commissione della violazione era l’unico mezzo per salvare sé o altri dal pericolo di una danno grave alla persona.

Tuttavia, come anticipato, esistono diverse sentenze nelle quali i giudici hanno disposto l’annullamento di multe relative ad infrazioni commesse in stato di necessità, in particolare lo stato di necessità è stato riconosciuto:

  • Nel caso di un marito che ha superato un semaforo rosso per accompagnare in ospedale la moglie in preda alle doglie
  • Nel caso di violazioni commesse da un medico per andare con urgenza a visitare un paziente con gravi patologie
  • Nel caso del figlio che informato del decesso del padre ha superato i limiti di velocità per vedere il padre un’ultima volta

Quelli indicati sono solo alcuni dei casi nei quali la contestazione della multa per stato di necessità è stata accolta dai giudici.

Per approfondire l’argomento vedi:

  • https://www.filodiritto.com/la-scriminante-dello-stato-di-necessita-e-sua-applicabilita-al-reato-di-cui-allarticolo-633-codice-penale
  • https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/03/stato-di-necessita-quando-si-puo-infrangere-il-codice-della-strada-senza-prendere-multe/4663455/